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Comac, da sempre, crede fortemente nelle qualità delle donne
[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_images_carousel images=”16819,16826,16833,16840,16847,16854,16861,16868,16812″ img_size=”large”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Da qualche anno, purtroppo, nel vocabolario italiano e nelle cronache dei media si ripete spesso un termine, femminicidio. I casi di donne uccise da partner, mariti o ex, infatti, sono diventati un argomento “da prima pagina”, tanto che, appunto, per definirli si è creata una parola che non esisteva. In realtà, come dimostrano gli studi sul tema, questo fenomeno ha una parabola tristemente costante nel tempo. La ricerca “Femicide across Europe”, presentata qualche giorno fa al Forum of Sociology di Vienna da Consuelo Corradi, prorettore dell’Università Lumsa di Roma, svela infatti, che negli ultimi 12 anni, sono state 2000 le donne italiane vittime di femminicidio, con una spaventosa media di una ogni 2/3 giorni.
Il fatto che ora, di questo tema, si parli di più è comunque un passo importante, perché naturalmente la consapevolezza sempre maggiore del problema può facilitare una diversa cultura, che dia importanza al genere, ma anche e soprattutto alla vita umana, passando attraverso l’educazione e la sensibilizzazione.
Comac, da sempre, è in prima linea nel sostenere le cause sociali e crede fortemente nelle qualità delle donne, sul lavoro e nella vita. Per questo tutto il Consiglio d’Amministrazione appoggia l’iniziativa ideata, in modo spontaneo, dalle donne che lavorano in azienda per far sentire la propria voce e unirsi idealmente a ogni gesto che aiuti in questo senso. Per farlo hanno scelto un modo tanto semplice quanto efficace: attraverso un gruppo whatsapp, per ogni vittima di femminicidio, si vestono di rosso e si scattano una foto insieme, che rimane appesa in bacheca e dunque ben visibile a tutti.
Il nome scelto – “Se non ora, quando? Se non noi, chi?” – simboleggia in pieno lo spirito dell’iniziativa. La speranza, naturalmente, è quella che gesti del genere non servano più e che, almeno, siano il segnale di un vera riflessione da parte di tutti, senza differenze tra uomini e donne.
Il CDA di Comac
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