[vc_row][vc_column][vc_images_carousel images=”18688,18709,18695,18702″ img_size=”large”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Kuaska’s Column  

Il primo incontro con l’Universo Comac avvenne il 3 gennaio 2014 al Lambiczoon di Milano, durante la premiazione del Birraio dell’Anno 2013, evento del quale ero il conduttore.

      Giorgio e il suo entourage furono colpiti dalla mia verve, passione e senso paterno verso i miei “figli” birrai. Io, a mia volta, fui soprattutto colpito nel ritrovare nel vastissimo elenco dei loro clienti, sparsi in tutto il mondo, molti dei birrifici che io maggiormente stimo e i relativi birrai coi quali ho rapporti di stretta amicizia.

      Da lì nacque in modo naturale l’idea di una collaborazione in eventi e progetti che ufficialmente inizia con i miei contributi per questo blog. Vorrei, da questo numero, portare i lettori a scoprire le diverse realtà, le diverse personalità e le diverse anime di chi abbia scelto Comac.

 

Allagash, un angolo di Belgio sulle coste del Maine

L’amicizia con Rob Tod risale ad almeno dieci anni fa. Ci incontrammo per la prima volta a San Diego nella primavera del 2004 nell’ambito della World Beer Cup, io come giudice e lui come birraio premiato con la sua meravigliosa Allagash White, una blanche di chiara ispirazione fiamminga.

Da allora ci siamo visti innumerevoli volte, in varie città degli States, in Canada e, naturalmente, in Belgio. Eh sì, naturalmente perché Rob è sempre stato un grande estimatore delle birre della mia seconda patria e quando nell’estate del 1995 partì con una piccola produzione, da un impianto di circa 1750 litri, aveva già chiaramente impresso nella sua mente la volontà di far scoprire gli stili belgi al pubblico americano, più avvezzo, fino ad allora, a tipologie tedesche o britanniche.

 

La sua prima birra, manco a dirlo, fu proprio la già citata Allagash White. Il successo fu tale da convincere Rob a continuare su quella strada, a lui così confacente, tanto che ben presto seguirono una Dubbel e una Tripel fatte come Dio o meglio, come un trappista comandaJ

Sempre sobrio nei modi, pacato nel parlare, paziente nell’ascoltare, a differenza di molti suoi colleghi, informali ed eccentrici nel vestire e nell’aspetto con barbe e code raccolte, Rob sembra più un impiegato di banca, che uno dei massimi protagonisti dell’esaltante Renaissance americana, come viene universalmente e meritatamente riconosciuto.

Ebbene, dietro questo mite e timido ragazzotto del Maine dai capelli corti e gli occhialini da miope, si cela un ardito innovatore e uno spericolato sperimentatore. Rob fu il primo a pensare di utilizzare tappi di sughero a fungo e relativa gabbietta per eleganti bottiglie da 75cl così come era tradizione fare in Belgio.

 

La sua stupenda Curieux fu la sua prima birra maturata in botti di Bourbon da Rob cui seguirono altre gemme come, solo per fare un paio di esempi, la dorata Interlude maturata in botti di vino rosso e la scura Odyssey maturata in botti di rovere americano.

Ma, a mio avviso, l’audacia e la spericolatezza cui mi riferivo si esaltano ed emergono in tutta la loro prorompente personalità con la serie chiamata Coolship, cioè la vasca di raffreddamento che possiamo ammirare nelle birrerie di lambic del Pajottenland. Infatti Rob ne fece costruire una che installò nella sua birreria nell’estate del 2008 e che viene usata, nei mesi freddi, per raffreddare il mosto e raccogliere i batteri (specie lactobacilli e pediococchi) e i lieviti selvaggi (soprattutto brettanomiceti)  che formano la multiflora locale.

 

Grazie allo straordinario talento del suo fido, imprescindibile co-birraio Jason Perkins, nascono così capolavori “acidi”, tutti sotto il nome di Coolship, come la Resurgam simile al lambic piatto, la Red e la Cerise entrambe maturate in botte per sei mesi, rispettivamente con lamponi locali e ciliegie, precisamente un misto tra le varietà Montmorency e Balaton, ovviamente coltivate nel Maine.

Nel marzo 2006 ho avuto il grande onore di organizzare e guidare cinque top-brewers americani in un indimenticabile tour in Belgio pensato da Sam Calagione (Dogfish Head) nel Delaware che ha coinvolto i californiani Vinnie Cilurzo (Russian River) e Tomme Arthur (Port Brewing/Lost Abbey), Adam Avery (Avery Brewing) dal Colorado e naturalmente Rob Tod (Allagash) dal Maine.

 

Lo scopo era quello di pagare un sincero e affettuoso tributo di riconoscenza al paese che li aveva ispirati, presentando, con due birre a testa, le loro interpretazioni degli stili tradizionali stili nei più veraci templi della birra belga. Rob scelse le sue White e Curieux riscuotendo un enorme successo personale che gli fu d’impulso e stimolo a continuare a sperimentare specie nel campo delle birre acide in generale ed a quelle a fermentazione spontanea in particolare.

Potrete rivivere quell’esaltante avventura su youtube, nel bellissimo video girato da J.R. Richards, il regista del film “Beer Hunter The Movie” dedicato al grande maestro Michael Jackson. Link: https://www.youtube.com/watch?v=Y_aZWRg7xyc

 

Ho incontrato Rob in tutte le sei edizioni della World Beer Cup in cui ho fatto il giudice, in tre Great American Beer Festival, in un Mondial de la Bière di Montreal e più volte in Belgio ed ogni volta abbiamo rinsaldato una profonda amicizia e stima reciproca.

Rob è un perfezionista in tutte le cose che pensa e che poi attua, è ben conscio della responsabilità di rappresentare l’eccellenza birraria del suo stato, l’espansione fisiologica della produzione attuale (oltre 50.000 ettolitri per anno)  e quindi la scelta ponderata di avvalersi di macchine griffate Comac non può che fare onore alla casa bergamasca.

 

E’ ancora viva in me e nel mio gruppo di birrai, addetti ai lavori ed appassionati, la forte emozione provata durante la super-visita del maggio 2014. Gli abitanti del Maine sono noti per la loro ospitalità ma quella ricevuta da Rob, Jason e tutto lo staff di Allagash è stata a dir poco straordinaria. Potrete viverla pienamente grazie allo stupendo video del nostro fotografo ed operatore ufficiale Gianni Boscherini, titolare del locale Barbeer di Forlì. Link: https://www.youtube.com/watch?v=xZS8j-xeNUc

 

Lorenzo Dabove in arte Kuaska[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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